Piccola storia libanese-perugina
In un periodo lontano aiutavamo giovani libanesi del "Soccorso libanese": chissà come stanno, ora che il Libano sta ripiombando in una guerra civile che con le sette nel quale è diviso e tutte le forze straniere (Francia, Russia, Stati uniti, Turchia, Israele, Arabia, Iran) che si muovono, non sarà che una guerra di tutti contro tutti
In un periodo lontano Patrizia e io (c'erano anche due medici, Boccolini e Bazzanella) aiutavamo giovani libanesi del "Soccorso libanese" più che altro ad avere farmaci da spedire in Libano. Io e Patrizia anche per una questione anagrafica diventammo loro amici. Ci frequentavamo, eravamo amici pieni di sogni, stavamo bene insieme. Parlavamo spesso del loro paese. Beirut era da un lato una specie di Dubai per faccendieri e nababbi europei che andavano lì per vacanze dorate, affari e sfuggire guai giudiziari, dall'altro divisa in due una "linea verde" con i cristiani da una parte e i mussulmani dall'altra. Due fazioni divise a loro volta in fazioni: i drusi di un certo Jumblat, i sunniti, gli sciiti, i cristiani maroniti, gli ortodossi, i maroniti uniati. Ognuna nel loro territorio e quartiere di Beirut con un capo e la sua milizia armata. Aoun, l'attuale Presidente della Repubblica, era uno di questi. Il Libano non era una democrazia basata sul principio di “un uomo vale un voto”, ma una “democrazia settaria” dove a ogni setta confessionale spettava un posto: mi pare che il Presidente della repubblica spettasse a un cristiano e quello del governo ai mussulmani. Come se non bastasse la Francia e la Siria consideravano il Libano un loro protettorato, c'erano i profughi palestinesi molti dei quali appena cacciati dalla Giordania durante il “settembre nero” e naturalmente il Mossad d'Israele: il massacro dei palestinesi e di sciiti di Sabra e Chatila fu compiuto dalle Falangi libanesi cristiane con la complicità d'Israele. Insomma, era un guazzabuglio. I nostri amici, anche se loro non l'hanno mai confidato e noi mai chiesto, abbiamo sempre pensato che fossero, alcuni militanti altri simpatizzanti, del Partito comunista libanese: quindi, senza setta, senza protezione alcuna. Il cavallo che vedete ce lo regalò Rola, una di loro, quando nacque Lucia, disse ridendo che al suo paese si regalava un cavallo come buona fortuna. Ogni tanto lo guardo e penso a lei, ai nostri amici, alla fine che possano aver fatto. Come ora che il Libano sta ripiombando in una guerra civile che con le sette nel quale è diviso e tutte le forze straniere (Francia, Russia, Stati uniti, Turchia, Israele, Arabia, Iran) che si muovono, non sarà che una guerra di tutti contro tutti.
Vanni Capoccia
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