No alle politiche leghiste umbre sulla pandemia
Ospedali e scuola: le politiche della destra amplificano le differenze economiche e sociali colpendo i più deboli
La scelta di fare dell’ ospedale di Spoleto un ospedale Covid, conferma la politica del governo di estrema destra dell’Umbria di scaricare sui territori più fragili della Regione gli effetti socialmente negativi della pandemia. In primavera si tentò con il territorio di Gubbio, poi toccò a Todi. Adesso è la volta di Spoleto. Fare dell’ospedale di un territorio un ospedale covid, lo si è visto con Pantalla, significa spogliare quel territorio di tutti i servizi ospedalieri, costringendo la popolazione, che ha la necessità di usufruirne, a spostarsi su altri ospedali, nel nostro caso distanti più di 30 chilometri. Per i malati, per i loro parenti, per chi lavora e anche per i costi, una bella mazzata. Tutta la società regionale si deve fare carico dell’emergenza sanitaria e ogni ospedale deve avere il suo reparto covid, scaricare il problema su un territorio fragile darà più consensi di quelli che si perdono ma è inaccettabile socialmente e in più fa crescere le differenze economiche e sociali già oggi assai evidenti. Seconda perla della Destra che governa la Regione, la reintroduzione della didattica a distanza nelle scuole superiori. Va riaffermato subito e con forza che la DaD non è scuola e non le rassomiglia neanche un po’. Ne abbiamo avuto conferma, se ce ne fosse stato bisogno, con quel che è successo nella scorsa primavera. L’insegnamento è didattica perché si intende motivare ogni singolo ragazzo per coglierne l’interesse, una lezione impersonale a distanza è il contrario di tutto questo. Non solo la didattica a distanza è di per sé discriminatoria, non tutti hanno i mezzi per usufruirne, non tutti possono collegarsi. Inoltre si creano anomalie organizzative difficilmente gestibili e sovraccarichi di lavoro per i docenti. Come funziona per la Lega e soci è piuttosto chiaro: centri commerciali aperti, luoghi di lavoro pericolosi aperti, scuole chiuse e a Spoleto anche (vorrebbero) ospedale chiuso, aperto solo ai positivi covid. Insomma prima l’economia, i soldi e poi la salute. Con questo non stiamo dicendo che se al governo regionale ci fosse stata l’attuale “sinistra” sarebbe andata molto diversamente. Abbiamo dimostrazioni in ogni angolo d’Italia, dall’Emilia alla Campania che anche per loro prima vengono i profitti e poi la salute. A molti, chi per ignoranza, chi per pregiudizio, chi per inimicizia non piacerà la nostra conclusione ma è la verità: è il capitalismo signori. Un capitalismo senza regole, anzi con una sola regola, lo stato fa le regole che servono agli industriali, ai centri di smercio nazionali, alla finanza internazionale.
Associazione culturale Casa Rossa, Unione Sindacale di Base
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