Sanità umbra: non accade a caso quel che accade
C'è la precisa e determinata volontà di impoverire la sanità pubblica regionale, di non far niente nella sanità di territorio per favorire la sanità privata
A Perugia, città di 160.000 abitanti, capoluogo di una regione per due terzi zona rossa, arriveranno per una ventina di giorni dalla Lombardia 8 medici e pochi infermieri in aiuto agli operatori sanitari umbri oramai stremati e per fare in modo che almeno abbia un senso aver montato un ospedale da campo militare nei pressi del Santa Maria della Misericordia.
Un aiuto minimo per pochi giorni solo perché la Regione Umbria, la Presidente Tesei e l'assessore alla sanità Coletto hanno offerto a medici e infermieri contratti precari a differenza di quanto hanno fatto le altre regioni con il risultato che nessuno di loro accetta quelle proposte e dicono sì a quelle di regioni limitrofe. Di fatto in Umbria la facoltà di medicina laurea e forma medici e infermieri, le altre regioni li utilizzano. Questo non accade per caso, ma c'è la precisa e determinata volontà di impoverire la sanità pubblica regionale, di non far niente nella sanità di territorio per favorire la sanità privata. D'altronde mica è un caso che il Corriere dell'Umbria, di proprietà di un grosso imprenditore della sanità privata, si sia smaccatamente impegnato a favore della campagna elettorale della candidata della Lega Tesei continuando a farla tutt'ora a seggi chiusi da tempo. Una Presidente che è riuscita con l'aiuto dell'assessore venuto dal Veneto Coletto a far precipitare una situazione già compromessa da anni e dall'arrivo della pandemia da Covid.
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