Imputati di maledire i confini
La polizia è andata in casa di Lorena Fornasir e di Gian Andrea Franchi, imputandogli i reato di "favoreggiamento dell'immigrazione clandestina"
Martedì 23 febbraio all'alba la polizia è andata in casa di Lorena Fornasir e di Gian Andrea Franchi, noti per le azioni di solidarietà con i migranti della rotta balcanica a Trieste, sequestrandogli i telefoni e imputandogli i reato di "favoreggiamento dell'immigrazione clandestina". Lorena Fornasir è l'autrice del Manifesto "Un ponte di corpi" che convoca donne e uomini a chiedere l'apertura delle frontiere: il 6 marzo "Un ponte di corpi" attraverserà l'Italia dal sud al nord. Nello stesso giorno alcune donne si incontreranno sul confine più violento, quello della Croazia. Un'azione per gridare contro le violenze e i respingimenti di cui sono vittime ogni giorno donne e uomini della rotta balcanica. "Con il nostro corpo di donne su un confine di morte vogliamo dire che il migrante è portatore di vita - scrive Lorena Fornasir - Noi siamo coloro che dicono no alla paura. Noi siamo coloro che maledicono i confini." Il loro impegno per gli altri lo abbiamo scoperto grazie al bel documentario "Dove bisogna stare" di Daniele Gaglianone che ha seguito Lorena nelle sue quotidiane azioni di aiuto e sostegno a tutti i migranti che da est si spostano verso il nostro paese in cerca di un futuro. Quanto accaduto stamattina è vergognoso, tutti sono invitati a condividere e a far girare il più possibile questa notizia, https://comune-info.net/un-ponte-di-corpi/ #lasolidarietànonèunreato https://www.facebook.com/groups/118685561521932/permalink/3901966489860468/
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