28/03/2024
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Vetriolo: la giustizia asimmetrica dello Stato
Non c’è niente, neanche un solo reato specifico. Perché questa richiesta repressiva “sopra le righe”? Il reato di opinione come misura preventiva

Abbiamo letto tutto il faldone che ha accompagnato i provvedimenti restrittivi contro i redattori di Vetriolo, per comprendere appieno quella frase di precisazione sfuggita o necessitata nella conferenza stampa che giustificava l’operazione di polizia: “non vogliamo reprimere le idee”, perché alla luce delle carte giudiziarie di questo si tratta a nostro parere.

Non c’è niente, neanche un solo reato specifico, al punto che il Gip scrive: “sebbene il fenomeno dell’insurrezionalismo in cui si muovono esprima un’indubbia pericolosità, deve tenersi in debito conto che agli indagati non è attribuita alcuna manifestazione di violenza terroristica o di violenza tout court.”

Rigettando così la richiesta del Pm Manuela Comodi che chiedeva 8 arresti, per la non proporzionalità della richiesta rispetto ai fatti contestati.

Così niente associazione sovversiva, niente 270 bis. Ma solo la concessione di qualcosa, di fronte alla richiesta monstre del Pm, cioè l’arresto in carcere per chi era in carcere, ai domiciliari per chi aveva precedenti.

Una prima domanda perciò giunge necessaria. Perché questa richiesta repressiva “sopra le righe”?

Per noi è palesemente figlia del clima di svolta autoritaria, iniziato con i decreti sicurezza e continuato con le limitazioni del diritto di sciopero e di manifestare.

Ma andiamo al reato di istigazione a delinquere.

Anche qui l’invito all’azione rivoluzionaria come pratica politica, non è mai accompagnata da indicazioni di obiettivi concreti, persone o cose da colpire. Si contesta quindi l’idea di combattere lo Stato, di rivoluzionare la società, di abbattere il capitalismo.

Basterebbe fare un piccolo giretto su facebook per trovare incitazioni, questa volta non generiche, a colpire politici o altro, con nomi e cognomi, indicando anche il tipo di esecuzione. Per non parlare poi degli stessi politici di regime quando invitano ad affondare i barconi, a diffondere odio contro gli ultimi della terra e poi arriva l’assessore leghista con i proiettili bum bum e ammazza l’immigrato.

D’altronde, a rifletterci appena un po’, se scrivere colpire lo Stato è istigazione, l’hanno lasciati consapevolmente istigare per quttro anni, come dimostrano le carte giudiziarie, dove la rivista Vetriolo è dissezionata, parola per parola, fin dal numero zero, quindi dal 2017.

Scritti e scritte, quindi, reato di opinione e imbrattamento dei muri, tra l’altro quest’ultimo frutto di deduzioni ma nessuno è stato mai colto sul fatto.

Allora perché questa iniziativa della magistratura e perchè ora? dopo quattro anni dall’inizio della pubblicazione definita dagli inquirenti clandestina ma che più pubblica e trasparente non poteva essere.

Ci sono a nostro modo di vedere le cose, tre motivazioni principali. La prima lo abbiamo scritto sopra, il clima favorevole a ogni forma di limitazione della libertà, indotto sia dall’utilizzo a fini politici della pandemia, che dalle leggi emanate dagli ultimi tre governi, dai decreti sicurezza del governo Conte Salvini, agli ultimi provvedimenti del Ministro degli interni Lamorgese del governo Draghi. Il secondo è la presenza nel carcere di Sabbione di Terni di un anarchico prigioniero condannato a vari anni di carcere per un attentato a un dirigente d’azienda. Sicuramente l’aver pubblicato alcuni suoi articoli è stata la molla che ha dato il via all’operazione. Facciamo presente comunque che questi scritti sono usciti dal carcere, e considerando che la posta è controllata, gli stessi magistrati di sorveglianza evidentemente non vi hanno ravvisato pericoli particolari.

La terza l’esistenza del Circolaccio di Spoleto che con le sue attività sociali e culturali stava aggregando intorno a se molti giovani.



Associazione culturale Casa Rossa


Inserito mercoledì 17 novembre 2021


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