20/04/2024
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Riparare (gli oggetti) si può: fa risparmiare e pure stringere nuove amicizie
Sono arrivati anche in Italia i Repair Café, luoghi in cui si possono portare microonde, ferro da stiro, macchine da caffè, ma anche computer e cellulari, che finiranno nelle mani di volontari esperti



VERDI SI DIVENTA

“Il nostro Repair Café è nato da un incontro in una casa di Orvieto nel gennaio del 2017. C’era un tavolo con tanti oggetti di uso comune e un maestro riparatore che faceva vedere come aggiustarli: era il Repair Café di Orvieto. Ad aprile, abbiamo aperto quello di Perugia, inizialmente con molte difficoltà, era difficile trovare riparatori. Ora c’è una squadra di otto persone, più due organizzatori, tutti volontari che fanno tutt’altro professionalmente, ma che nella vita hanno sempre riparato, magari in officine e garage”. Michele Giommini è uno dei soci fondatori dell’associazione Coordinamento Regionale Umbria Rifiuti Zero, che dal 2017 porta avanti il Repair Café di Perugia.

Dal microonde al ferro da stiro, il 70% degli oggetti sono riparati

L’idea dei Repair Café, in realtà, è nata in Olanda, dalla giornalista Martine Postma, che nel 2009 ha aperto ad Amsterdam il primo Repair Café e successivamente, grazie al successo dell’iniziativa, anche la Repair Café Foundation, che offre supporto a chi vuole aprire un Repair Café. Esiste anche una Open Repair Alliance, che raggruppa le associazioni che si occupano di riparazione e che hanno lanciato la campagna “Right to Repair”, chiedendo di togliere gli ostacoli alla riparazione, stabilire un diritto alla riparazione con prodotti più duraturi e riparabili, estendere la garanzia dei prodotti. “Con la collaborazione di Cittadinazattiva, a fine settembre 2022”, racconta sempre Giommini, “siamo riusciti ad andare al FixFest di Bruxelles, laboratorio mondiale di RepairCafe e Restarter, dove abbiamo presentato la nostra ricetta per riparare alcuni tipi plastica, tanto che dalla Nuova Zelanda ci hanno contattato per avere maggiori info e spiegazioni”.

Ma come funziona esattamente un Repair Café? “Non è difficile. Noi interveniamo, a volte anche spostandoci, oppure nella nostra sede, quando le persone si trovano di fronte al classico dilemma per cui la riparazione costa più del riacquisto del prodotto”, spiega Giommini. “Chi viene da noi”, continua ,“porta oggetti rotti di qualsiasi tipo, purché trasportabili, come microonde, ferro da stiro, macchine da caffè, anche computer e cellulari, più complicati da aggiustare. Per usufruire del servizio occorre essere soci, per il resto noi chiediamo solo un’offerta, anche per rimborsare le spese ai riparatori che arrivano da fuori città”. I risultati sono positivi sia sotto l’aspetto concreto – il 70% degli oggetti che arrivano vengono riparati e dall’apertura del Repair Café sono stati recuperati 644 chili di oggetti, solo 200 l’anno scorso – sia sotto gli aspetti sociali, culturali, formativi, lavorativi. “Quando ripari le cose ripari anche le persone, le relazioni, ne costruisci di nuove, scambi competenze. Inoltre riparare un oggetto di una persona cara che non c’è più significa ricordarsi di lei”, afferma Giommini.

Imparare a fare un orlo. O aggiustare la doccia

Ma non è tutto: l’associazione ha cominciato a offrire anche corsi di formazione sulla piccola riparazione – dalle prese e spine elettriche, agli oggetti di plastica alla doccia del rubinetto – e anche di cucito: fare cuciture, orli a pantaloni e gonne, attaccare bottoni, riposizionare una cerniera. Non solo: il Repair Café è entrato anche nelle scuole. “Siamo andati in una scuola media alla periferia di Perugia e siamo stati letteralmente assaliti da ragazzini, anche con disabilità, che volevano sapere come si faceva, tutti avevano portato un oggetto da riparare. Questo per noi significa gettare semi che poi restano nella memoria. Inoltre, se il ragazzo tornando a casa si ritrova a parlare della riparazione con il nonno, che probabilmente riparava da sempre, si crea un rapporto tra vecchie e nuove generazioni”.

Per conoscere dov’è il Repair Café più vicino si può visitare la pagina dei Repair Café italiani. E magari decidere di aprirne uno: il lavoro non manca, se è vero che nel 2021 sono stati prodotti 57,4 milioni di tonnellate di rifiuti elettrici ed elettronici (RAEE), di cui solo il 17% viene riciclato e che spesso non sono smaltiti neanche in modo corretto (vanno portati nelle isole ecologiche comunali e non lasciati nei cassetti). Una quantità mostruosa, addirittura superiore all’opera più pesante del mondo, la Grande Muraglia Cinese, e che spesso finisce nelle discariche dei paesi meno sviluppati, producendo inquinamento e causando malattie. È un fenomeno insostenibile, che può essere contrastato solo in un modo: recuperando oggetti e con essi anche la capacità di aggiustarli. Risparmiando ma anche riacquistando la sensazione di padroneggiare i nostri oggetti, non di esserne in balia.

Coordinamento Regionale Umbria Rifiuti Zero

http://rifiutizeroumbria.blogspot.com/

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Elisabetta Ambrosi

Inserito giovedì 5 gennaio 2023


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