05/05/2024
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Scene che si ripetono
Diario dalla Palestina: Le urla assordanti della bambina si sono concluse con il grido più straziante: mamma! Domenica a Perugia manifestazione per la Palestina


Occorrerebbero almeno 5 interventi chirurgici per ciascuno dei feriti che curiamo a Gaza. L'atroce realtà con cui si deve fare i conti è che, dopo la prima operazione, è quasi impossibile garantire la continuità delle cure. I feriti sono troppi, mancano le forniture mediche, molto personale è fuggito per la paura. E così le condizioni dei pazienti peggiorano. 

È stato questo il destino di Fadi, un uomo di 40 anni, ferito alla gamba destra e alla spalla sinistra. Vi risparmio il suo calvario e arrivo dritto alla sua condizione attuale: amputazione della spalla perché la ferita non è stata adeguatamente curata quando si trovava nel nord della Striscia. Oggi non può nemmeno camminare con le stampelle.

E poi c’è Miriam, che a soli 6 anni, dopo aver perso madre, fratello e sorella in un attacco aereo israeliano, e probabilmente anche il padre da allora disperso, ha dovuto subire l’amputazione della gamba destra. Accanto a lei in ospedale c’è sua zia, con grandi ferite a un braccio e a una gamba.
L’altro giorno abbiamo dovuto medicare la ferita di Miriam. Senza anestesia. Gli anestetici erano terminati. La medicazione è durata 30 minuti, giusto il tempo di pulire la ferita. Le urla assordanti della bambina si sono concluse con il grido più straziante: mamma. Non ci si può aspettare altro da una bambina di 6 anni, ma non a Gaza, dove una guerra senza regole porta solo dolore e morte. E scene come questa si ripetono, una dopo l'altra, in diversi ospedali dove lavoriamo. 




Maurizio Debanne, Medici Senza Frontiere

Inserito sabato 27 gennaio 2024


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