La gestione della pandemia vista da una malata
Come districarsi tra isolamento, tampone di controllo, raccolta dei rifiuti: incompetenza e/o disorganizzazione?
Prendo spunto da quanto letto sulla Tramontana il 22 febbraio 2021 (Sanità umbra: non accade a caso quel che accade), per dire che sono completamente d’accordo con quanto letto ed è molto evidente la volontà della Regione Umbria di impoverire la sanità pubblica a favore di quella privata: basta vedere come è gestito questo terribile momento di pandemia di cui sarà difficile liberarsi. Non parlo di ciò che avviene negli ospedali, delle inefficienze già ampliamente illustrate, ma vorrei portare a conoscenza dell’opinione pubblica anche di tutte quelle attenzioni e disposizioni che dovrebbero essere messe in atto, rispettate e fatte rispettare per coloro che si trovano ad affrontare questa malattia presso le proprie abitazioni. Tali persone stanno male, sono completamente isolate e preoccupate per la propria salute e dei propri cari con una disposizione da parte dell’Usl n°1 di isolamento e divieto di uscire dalla propria abitazione. Una prima incongruenza è che quando si deve fare il tampone di controllo, si può o meglio si deve uscire, a volte in condizioni di vera sofferenza e comunque in condizioni debilitanti e di grande confusione, per andare da soli con la propria auto a Pian di Massiano a fare il tampone: e non importa se per le scale o in ascensore o sulla strade si incontrano altre persone che potrebbero essere contagiate, e soprattutto senza accertarsi se il malato di Covid è in grado di fare tutto questo. Non ci dimentichiamo poi che così si contravviene anche al decreto dell’Asl di messa in contumacia, cioè divieto assoluto di allontanarsi dalla propria abitazione. Ho chiesto di poter fare il tampone a casa perché non ero in condizione di andare, ma se non hai la febbre la tua richiesta nemmeno viene presa in considerazione. Vorrei far capire che nel frattempo le persone malate di Covid completamente isolate e con delle sintomatologie veramente importanti non hanno nemmeno la forza di chiedere chiarimenti. Come se non bastasse, c’è il problema della raccolta dei rifiuti. I malati Covid non possono usare la raccolta differenziata dei rifiuti e non possono usare gli stessi contenitori disposti della Gesenu. Per questo il Comune, attraverso una cooperativa, si occupa del ritiro di tali rifiuti, iniziativa opportuna se venisse svolta correttamente e con attenzione: ma tutto ciò non è automatico. Innanzitutto io mi sono dovuta attivare personalmente e soprattutto tale servizio non parte da subito, ed è svolto con una modalità che ho capito soltanto oggi e che sa proprio dell’incredibile e di male organizzazione. Voglio procedere con ordine perché la cosa è alquanto complicata. Dopo aver letto alcune informazioni ho contattato la Ditta per la raccolta della nettezza e mi hanno mandato dopo qualche giorno gli addetti della cooperativa; avevo letto che i sacchetti avrebbero dovuti avere delle caratteristiche e che dovevano essere forniti direttamente dall’operatore. La prima volta l’operatore non aveva i sacchetti perchè erano finiti, così mi è stato detto, poi ha portato dei sacchetti per la raccolta di rifiuto secco residuo: non sono un'esperta ma serve poca esperienza per capire che non sono sacchetti idonei perché non hanno chiusure specifiche ed ognuno lo chiude come meglio può. Giovedì pomeriggio l’operatore è passato personalmente a raccogliere i sacchetti di rifiuti Covid. La sera un vicino di casa mi ha chiamato ed inviato delle foto dei miei sacchetti che erano stati posizionati davanti ai contenitori dei rifiuti tradizionali e non prelevati dai servizi addetti; i sacchetti erano rotti, credo aperti da cani o gatti. La mattina seguente ho telefonato alla Gesenu, ho fornito il mio indirizzo e il mio nome: come risposta non sono più passati presso la mia abitazione a ritirare i rifiuti. Sarebbero dovuti passare ieri dopo 4 giorni, ma nonostante le nostre sollecitazioni non si sono visti ed io ho i rifiuti di 4 giorni nel mio terrazzo dove si affacciano anche le finestre di altri inquilini. Questa mattina dopo varie telefonate presso l’ufficio addetto del Comune, in cui era evidente la mia preoccupazione e dopo averli addirittura minacciati di rivolgermi alla sanità pubblica, mi è stato assicurato che in giornata un addetto sarebbe sicuramente passato. Soltanto oggi ho capito che la cooperativa passa soltanto a ritirare dalle case i sacchetti Covid e che poi li posiziona vicino agli altri rifiuti, non protetti dai contenitori; la Gesenu passa la mattina successiva a ritirarli. Questa volta non è stato così: i la cooperativa è passata ieri pomeriggio a ritirare i sacchetti Covid e questa sera sono ancora nella piazza, nonostante abbia fatto varie telefonate all’ufficio competente. Gestire una pandemia di tale portata non è sicuramente cosa facile, ma qui in Umbria siamo di fronte alla più completa incompetenza e direi, per essere buona, disorganizzazione.
Daniela Rosati
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